Rompere il muro della paura

12767985_10205560679921398_1916248529_oDel caso di Giulio Regeni,‭ ‬il giovane ricercatore arrestato,‭ ‬torturato e ucciso al Cairo,‭ ‬si è detto e scritto molto,‭ ‬spesso a sproposito.‭ ‬Abbiamo letto che era una spia italiana,‭ ‬poi che era un agente anglo-americano sotto copertura,‭ ‬poi che la sua uccisione sarebbe il frutto di una lotta intestina al regime egiziano,‭ ‬poi che si tratterebbe di un messaggio trasversale a Stati Uniti e Inghilterra,‭ ‬accusati di interessarsi troppo dei fatti interni all’Egitto.‭ ‬C’è chi ha parlato di un’azione dei servizi segreti sauditi‭ ‬mentre non è mancato chi ha voluto vedere nella orribile fine del giovane un siluro agli interessi italiani in Egitto.‭ ‬Lasciamo ai complottisti ed ai venditori di‭ ‬chiacchiere tutti i discorsi sul niente.‭ ‬A noi interessano i fatti concreti che questa brutta storia ha mostrato al mondo.
UN REGIME DI POLIZIA
Il primo fatto concreto è che l’Egitto è uno stato di polizia.‭ ‬Regeni non è l’unico ad essere stato massacrato dagli squadroni della morte egiziani.‭ ‬I militanti dell’opposizione parlano di circa‭ ‬400‭ ‬persone‭ “‬scomparse‭” ‬nel nulla fra il novembre‭ ‬2015‭ ‬e il gennaio‭ ‬2016.‭ ‬Secondo un rapporto di‭ ‬Amnesty international diffuso nel giugno‭ ‬2015,‭ ‬dopo il colpo di stato militare del‭ ‬3‭ ‬luglio‭ ‬2013‭ ‬circa‭ ‬quarantunomila attivisti sono stati arrestati e condannati sulla base di processi irregolari‭ ‬Scrive‭ ‬Amnesty:‭ “‬La cosiddetta‭ ‬Legge sulle proteste,‭ ‬entrata in vigore nel novembre‭ ‬2013,‭ ‬autorizza le autorità a arrestare e processare dimostranti pacifici a loro piacimento e criminalizza la mera azione di scendere in strada senza previa autorizzazione.‭ ‬Inoltre,‭ ‬dà alle forze di sicurezza mano libera per ricorrere alla forza eccessiva e letale nei confronti di manifestanti pacifici.‭” ‬Gli obiettivi principali della repressione sono i giovani:‭ ‬gli ultras del calcio,‭ ‬fra i protagonisti della rivoluzione del‭ ‬2011,‭ ‬e gli studenti universitari.‭ ‬Oggi il livello di repressione in Egitto è molto superiore a quello dei tempi del regime di Mubarak e dicono alcuni anche dei tempi di Nasser‭ (‬anni‭ ’‬50‭ ‬e‭ ’‬60‭)‬.
Ma come si è arrivati a questa situazione‭? ‬Non è questa la sede di una approfondita analisi della storia recente egiziana però possiamo riassumerla.
Nel gennaio‭ ‬2011‭ ‬il malessere sociale porta ad una ondata di scioperi e manifestazioni culminate nell’occupazione pacifica di piazza Tahrir.‭ ‬Mubarak cade ad opera dei militari che l‭’‬11‭ ‬febbraio si fanno‭ “‬espressione‭” ‬della protesta e lo depongono.‭ ‬Le successive elezioni‭ – ‬le prime veramente libere della storia del paese‭ – ‬vedono la vittoria del partito dei Fratelli musulmani che sconfiggono i laici,‭ ‬liberali e socialisti.‭ ‬Alle elezioni partecipa circa il‭ ‬50%‭ ‬degli aventi diritto.‭ ‬Il governo dei Fratelli musulmani cerca di dare una svolta autoritaria ma trova una forte resistenza.‭ ‬Nel luglio‭ ‬2013‭ ‬i militari approfittano delle proteste e con un altro colpo di stato abbattono il governo islamista.‭ ‬Al Sisi,‭ ‬l’uomo forte,‭ ‬gode di una certa popolarità‭ (‬alle elezioni presidenziali viene eletto col‭ ‬95%‭ ‬dei voti di circa il‭ ‬40%‭ ‬degli aventi diritto‭)‬.‭ ‬In realtà al Sisi e i generali non sono espressione della rivoluzione del‭ ‬2011‭ – ‬la cosiddetta‭ “‬primavera araba‭” – ‬ma sono l’altra faccia della controrivoluzione.‭ ‬L’interfaccia dei Fratelli musulmani.‭ ‬Nel‭ ‬2011‭ ‬l’esercito e una grossa parte dell’apparato statale e del potere economico‭ ‬finirono con il convincersi che dovevano liberarsi di Mubarak allo scopo di impedire che l’insurrezione andasse avanti e si radicalizzasse.‭ ‬Come si è detto quello dell‭’‬11‭ ‬febbraio in Egitto è stato un colpo di stato militare quanto quello del‭ ‬3‭ ‬luglio‭ ‬2013.‭ ‬Entrambi i colpi di stato sono stati effettuati dal Consiglio Supremo delle Forze Armate‭ ‬guidato la prima volta da Mohammed Tantawi e la seconda dall’attuale presidente al Sisi.‭
Quando i Fratelli musulmani hanno occupato piazza Tahrir per protestare contro‭ ‬il colpo di stato,‭ ‬i militari li hanno massacrati senza pietà:‭ ‬almeno un migliaio di persone furono uccise durante l’assalto alla tendopoli.‭ ‬Una carneficina.
Oggi la popolarità di al Sisi è in ribasso:‭ ‬basti pensare che alle elezioni amministrative del novembre‭ ‬2015‭ ‬al Cairo ha votato solo il‭ ‬19%‭ ‬degli aventi diritto.‭ ‬I partiti laici che avevano inizialmente appoggiato il colpo di stato del luglio‭ ‬2013‭ ‬se ne sono amaramente pentiti.‭ ‬La politica di al Sisi si limita alla riproposizione della lotta al terrorismo,‭ ‬la situazione economica rimane critica,‭ ‬il malessere aumenta e gli attacchi terroristici sono decuplicati.‭ ‬Il pugno di ferro del regime sembra avere il fiato corto.
Qualcuno argomenta il sostegno all’attuale regime egiziano sostenendo che sia‭ “‬laico‭”‬.‭ ‬Si tratta di una stupidaggine:‭ ‬fra i maggiori sostenitori di al Sisi ci sono gli islamisti del partito salafita‭ ‬al Nouri e i maggiori finanziatori delle sue operazioni economiche sono le petromonarchie del Golfo,‭ ‬Arabia Saudita in testa.‭
La monarchia saudita è stata l’alleato chiave prima di Mubarak e poi di al Sisi.‭ ‬Dal‭ ‬2000‭ ‬al‭ ‬2008‭ ‬gli investimenti dal Golfo rappresentavano circa il‭ ‬37%‭ ‬del valore di tutti gli accordi di privatizzazione portati avanti dalle riforme neoliberiste di Mubarak mentre in appena due anni il generale al Sisi ha potuto contare su un finanziamento di ben‭ ‬20‭ ‬miliardi di dollari dalle petromonarchie.
L’INCONDIZIONATO SOSTEGNO ITALIANO AI GOLPISTI
Martedì‭ ‬2‭ ‬febbraio,‭ ‬ad una settimana dalla scomparsa di Regeni,‭ ‬il ministro dello Sviluppo economico‭ ‬,‭ ‬Federica Guidi,‭ ‬atterra al Cairo alla testa di una delegazione di‭ ‬sessanta aziende e dei rappresentanti di Sace e Confindustria per un viaggio d’affari travestito da missione diplomatica.‭ ‬Non a caso la Guidi ha un passato in Confindustria.‭ ‬La Guidi e i suoi incontrano al Sisi impostando tutta una serie di nuovi accordi.‭ ‬Mercoledì‭ ‬3‭ ‬viene ritrovato il corpo di Regeni e appare subito chiaro che sia stato sottoposto a torture prima di essere ammazzato.‭ ‬La Guidi,‭ ‬per decenza,‭ ‬sospende la visita.
La contemporaneità dei due avvenimenti ha scatenato i‭ “‬complottisti‭” ‬di ogni risma.‭ ‬Può darsi che non si tratti di un caso,‭ ‬certamente non è casuale la visita di un ministro italiano al Cairo.‭ ‬Renzi è stato il primo governante europeo a recarsi da al Sisi dopo il colpo di Stato‭ (‬agosto‭ ‬2014‭) ‬e sempre Renzi ha fatto di tutto‭ ‬perché il presidente egiziano iniziasse proprio da Roma il suo primo tour nelle capitali europee‭ (‬novembre‭ ‬2014‭)‬.‭ ‬Al Cairo è di casa anche un altro‭ “‬uomo forte‭”‬,‭ ‬l’AD di ENI Descalzi,‭ ‬che ha incontrato al Sisi per ben tre volte solo nel‭ ‬2015.
Renzi è un grande estimatore di al Sisi.‭ ‬In una intervista rilasciata nel luglio‭ ‬2015‭ ‬aveva detto:‭ “‬Penso che al-Sisi sia un grande leader.‭ ‬Dopo molte crisi,‭ ‬polemiche,‭ ‬tensioni,‭ ‬l’Egitto ha investito nel futuro,‭ ‬sulla leadership di al Sisi.‭ ‬Ovviamente,‭ ‬la strada è lunga e difficile,‭ ‬ma dobbiamo sforzarci a supportare questo processo.‭” ‬E poi aveva aggiunto:‭ “‬In questo momento l’Egitto si salva solo grazie alla leadership di al Sisi.‭ ‬Sono orgoglioso della mia amicizia con lui‭”‬.‭
Il presidente egiziano aveva già fatto ammazzare migliaia di persone ma gli affari sono affari e i soldi cancellano l’orrore del sangue e infatti l’Italia è il terzo partner commerciale dell’Egitto dopo Usa e Cina.‭ ‬La lista delle aziende italiane presenti in Egitto è lunga.‭ ‬Innanzitutto l’ENI,‭ ‬presente in Egitto con investimenti per quasi‭ ‬14‭ ‬miliardi di dollari,‭ ‬estrae gas nel delta del Nilo e petrolio nel deserto occidentale ma soprattutto ha scoperto un nuovo grande giacimento di gas nelle acque egiziane del Mediterraneo:‭ ‬chiamato Zhor,‭ ‬ha riserve stimate a‭ ‬850‭ ‬miliardi di metri cubi di gas,‭ ‬abbastanza da trasformare lo scenario energetico del paese.‭
Oltre all’Eni,‭ ‬circa‭ ‬centotrenta aziende italiane operano in Egitto.‭ ‬Ci sono Edison e Banca Intesa San Paolo e poi Italcementi,‭ ‬Pirelli,‭ ‬Italgen,‭ ‬Danieli Techint,‭ ‬Gruppo Caltagirone,‭ ‬e molti altri.‭ ‬L’Egitto ha lanciato grandi progetti di infrastrutture con soldi garantiti dalle petromonarchie.‭ ‬Gli italiani son in fila per raccogliere commesse dal macellaio del Cairo.
Il regime egiziano è sostenuto a livello internazionale da tutti i grandi:‭ ‬Stati Uniti,‭ ‬Russia,‭ ‬UE Anche se molto indebolito l’Egitto è ancora una potenza regionale e gli italiani lo sanno bene.‭ ‬Un uomo di al Sisi‭ (‬e degli americani‭)‬,‭ ‬il generale Haftar,‭ ‬sta mettendo in crisi il processo di‭ “‬stabilizzazione‭” ‬in Libia che il governo Renzi ritiene prioritario in vista dell’intervento militare occidentale.
L’assassinio di Giulio Regeni è un‭ “‬incidente‭” ‬che non impedirà il proseguo degli ottimi rapporti italo-egiziani.‭ ‬Passata l’onda emotiva,‭ ‬il caso finirà del dimenticatoio.‭ ‬La Guidi tornerà in Egitto per firmare accordi economici,‭ ‬i responsabili non verranno mai trovati e i complottisti potranno continuare a sbizzarrirsi.
IN RICORDO DI GIULIO REGENI
Noi non sappiamo chi fosse Giulio Regeni,‭ ‬non lo conoscevamo.‭ ‬Non sappiamo chi fosse ma abbiamo letto ciò che ha scritto nel suo ultimo articolo,‭ ‬oggi facilmente reperibile in rete.‭ ‬Ecco come si conclude l’articolo:
“‬In un contesto autoritario e repressivo come quello dell’Egitto dell’ex-generale al-Sisi,‭ ‬il semplice fatto che vi siano iniziative popolari e spontanee che rompono il muro della paura rappresenta di per sé una spinta importante per il cambiamento.‭ ‬Sfidare lo stato di emergenza e gli appelli alla stabilità e alla pace sociale giustificati dalla‭ «‬guerra al terrorismo‭»‬,‭ ‬significa oggi,‭ ‬pur se indirettamente,‭ ‬mettere in discussione alla base la retorica su cui il regime giustifica la sua stessa esistenza e la repressione della società civile.‭”
Questo vuol dire parlar chiaro,‭ ‬per questo Giulio è stato ammazzato.‭ ‬Il resto sono‭ ‬chiacchiere.
Antonio Ruberti

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